Le stime parlano di oltre 35 milioni di unità in tutto il mondo: sono Nomadi Digitali e propongono una mentalità autonoma e moderna di lavoro flessibile, facilitata dall’isolamento durante la pandemia causata dal Covid-19. Quello che sicuramente accomuna la maggior parte dei Nomadi Digitali è l’esigenza di maggiore flessibilità, la possibilità di gestire in autonomia il proprio tempo e la libertà di poter scegliere di volta in volta dove vivere e lavorare. Questi lavoratori esprimono l’esigenza di convenzioni, organizzazioni o istituzioni che li aiutino a gestire una situazione non ancora totalmente regolata dal punto di vista normativo.

Consulta la lista di informazioni fondamentali per chi è interessato ad esplorare la flessibilità lavorativa dello smart-working come Nomade Digitale:

1. MOBILITÀ INTERNAZIONALE: Diventare Nomadi Digitali è sicuramente più semplice per i freelance; per quanto riguarda invece i dipendenti di aziende pubbliche e private molte aziende richiedono la permanenza in Italia anche se in smart-working per garantire la copertura assicurativa a cui le aziende sono tenute per legge. Le imprese più all’avanguardia stanno integrando anche opportunità di flessibilità lavorativa e di carriera, come ad esempio la possibilità di mobilità internazionale che può consentire ai dipendenti di spostarsi tra sedi dell’azienda distribuite in tutto il mondo.

2. COLLABORAZIONI CON AZIENDE ESTERE: La collaborazione tra lavoratori italiani e aziende estere deve considerare alcune implicazioni fiscali, assicurative e previdenziali che variano a seconda della natura del professionista. Nel caso di un dipendente che lavora dall’Italia in remote working per un’azienda estera che non ha sede in Italia, l’azienda può delegare al lavoratore gli obblighi previdenziali ed assicurativi, ovvero INAIL e INPS, mentre non avrebbe specifiche esigenze fiscali diverse rispetto all’assunzione in un’azienda italiana.

3. ‘CERVELLI DI RITORNO’: A partire dal 2015, il governo italiano ha rafforzato le misure per favorire il ritorno in Italia di professionisti e ricercatori con cittadinanza italiana che si erano trasferiti all’estero per motivi di lavoro. Negli ultimi anni infatti, questa categoria ha goduto di sgravi fiscali che hanno portato a una detassazione dei propri redditi del 70% e in alcuni casi del 90%. Nella recente riforma fiscale è però stato introdotto un sostanziale ridimensionamento di questo beneficio già a partire da gennaio 2024.

4. IL LUOGO IN CUI ANDRAI A VIVERE FA MOLTA DIFFERENZA: Gli aspetti da considerare quando si sceglie il luogo in cui trasferirsi sono molti: dal clima, alla connessione internet fino alla durata del visto, ma anche le tempistiche per ottenerlo. Consultando una piattaforma come Global Nomad Guide è possibile considerare tutte queste variabili e scoprire che, ad esempio, se si vuole trasferirsi con maggiore continuità in un nuovo stato, conviene scegliere nazioni come il Portogallo e Antigua, in cui il visto dura fino a 2 anni; se invece la priorità è la velocità di connessione, oltre ad Antigua si possono scegliere le Barbados, che hanno una connessione internet molto più veloce.

5. VISTO PER NOMADE DIGITALE: Il Visto per Nomadi Digitali è un’opportunità introdotta da molte nazioni per agevolare la permanenza di residenti esteri che lavorano per un’azienda di un’altra nazione, concedendo la possibilità di permanenza nella nazione prescelta, normalmente per 12 mesi. Grazie a queste novità normative, è possibile per i Nomadi Digitali lavorare e vivere in Paesi stranieri nel rispetto delle norme vigenti in materia di lavoro e immigrazione della nazione ospitante.

La normativa italiana sull’immigrazione non prevedeva un visto per soddisfare questa esigenza. Tuttavia, ora il panorama dei visti italiani si sta ampliando e, grazie agli aggiornamenti della legge sull’immigrazione, l’Italia è pronta a inaugurare l’introduzione del visto per Nomadi Digitali. Il Governo italiano ha introdotto il Visto per Nomadi Digitali in un Decreto pubblicato il 27 gennaio 2022 e successivamente convertito in legge nel marzo 2022; il nuovo visto nasce dalla necessità di accogliere un nuovo tipo di immigrati, freelance o impiegati in aziende all’estero che non sono tenuti a presenziare fisicamente sul proprio posto di lavoro, e possono perciò muoversi liberamente.

Il visto per Nomadi Digitali offre, tra i vari vantaggi, l’esenzione dal limite del Decreto Flussi e dalla richiesta di un nulla osta, snellendo le procedure per i lavoratori altamente qualificati che desiderano trasferirsi in Italia da paesi extra-UE per un periodo massimo di un anno. Questa soluzione si propone come una valida opportunità per chi vuole approfittare dei vantaggiosi regimi fiscali disponibili per gli stranieri in Italia.

Ad oggi non è ancora possibile richiedere un visto per Nomadi Digitali; per questo motivo, al momento, i Consolati italiani all’estero non sono in grado di accogliere richieste per questo tipo di visto. C’è ancora molto da fare, invece, per i cittadini italiani che scelgono di passare fuori confine tutto o buona parte del proprio tempo, lavorando con aziende italiane o estere: qui si aprono problematiche principalmente previdenziali e fiscali, relative alla doppia imposizione (quindi, dove pagare le tasse e dove versare i contributi). Da questo punto di vista, le situazioni possono essere moltissime e, in assenza di un quadro normativo definito, è fondamentale il supporto di un consulente.

Soluzioni Pratiche Srl provvederà a fornire ulteriori informazioni attraverso i nostri canali social e il nostro sito internet non appena sarà resa disponibile la circolare operativa sullo status di Nomade Digitale.

Lo Staff di Soluzioni Pratiche Srl